Gli ideali sono più forti dei sentimenti
Di Antonio Ionà

La quarta giornata del campionato, che ci vede giocare in un campo foriero di cattivi ricordi, si apre con un minuto di silenzio per commemorare le vittime dell’incidente ferroviario di Brandizzo. In questo piccolo comune nei pressi di Torino, infatti, una manciata di ore prima, una locomotiva ha travolto un gruppo di operai addetti alla manutenzione della tratta ferroviaria e cinque di questi hanno perso la vita. Se è pur vero che la classe operaia va in paradiso è parimenti vero che a mandarcela, troppo spesso, non è la tranquilla vecchiaia ma la mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ed allora, si richiede un impegno assoluto perché il lavoro diventi finalmente un diritto garantito e non una probabile condanna. Tornando alle amenità, per la terza partita in sette giorni, il Catanzaro ha affrontato un Lecco alla prima stagionale, che, dopo aver superato le forche caudine del Consiglio di Stato, si è presentata con una squadra sicuramente abbordabile per la compagine giallorossa. Il primo tempo non ha tradito le aspettative: il Catanzaro, sospinto da circa 1000 sostenitori provenienti da tutta Italia (straordinario vedere la sequela di stendardi delle decine di Club sparsi per lo stivale), schiaccia il Lecco in maniera decisa. Iemmello, totalmente dominante in questa fase, nonostante un palo prima e una rete giustamente annullata dopo, è riuscito, infine, a castigare la compagine lombarda con un perentorio colpo di testa. Il labiale è chiaro: “MIA!” urla ai compagni prima di ghermire la preda. Sua la palla, sua la squadra: lo Zar è tornato. Il primo tempo si è concluso con qualche sbavatura di troppo in fase offensiva, con un Biasci che, intorno al 37’, ha mancato una ghiottissima occasione ghiottissima. Al rientro in campo il Lecco ha proceduto a ben tre sostituzioni, ma, al di là di un tentativo di Lepore, la musica non è cambiata: al 53’ il triplice assalto sventato da un solido ed attento Melgrati ha rappresentato il preludio del raddoppio siglato al 56’ da Vandeputte, servito perfettamente da Sounas. Il Lecco ha quindi accorciato le distanze con Novakovich con un colpo di testa non irresistibile, su cui Fulignati, artefice di un miracoloso intervento qualche secondo prima, ha più di qualche responsabilità. È stato l’inizio dell’assalto della squadra lombarda, che è riuscita a pareggiare una partita che sembrava già finita. Sembrava il presagio di qualcosa di amaro, di un pareggio – o chissà di una sconfitta – che nessuno si sarebbe mai aspettato, fin quando Verna ha riportato le Aquile in vantaggio. Dopo pochi minuti una rimessa non felice di Melgrati, fino a quel momento autore di un’ottima prestazione, ha permesso a Donnarumma di segnare il 4 a 2 per i giallorossi. Il doppio vantaggio ha tranquillizzato tutti fin quando, in pieno recupero, dall’ennesimo cross dalla trequarti – che soffriamo tremendamente come già a Lecce contro la Ternana – il Lecco ha accorciato le distanze. Gli ultimi minuti scorrono lentissimi, ma alla fine è il Catanzaro a trionfare. Gli ideali son più forti dei sentimenti, mi viene da dire oggi a freddo: Vivarini – giocando con le nostre paure – non snatura i suoi dettami e non si barrica mai, neppure questa volta, neanche nelle difficoltà più limpide. Offre Katseris in pasto ai suoi avversari in campo e ai tifosi nel post partita: oggettivamente ha sofferto malamente un rivale più che abbordabile. È pronto a sostituire quello che, ad oggi, con Iemmello e Vandeputte, è il giocatore più importante della squadra? Cosi non sembra. La nota più stonata è quella della difesa: si balla davvero quest’anno. Avversari più forti tanto tecnicamente quanto, ancor di più, fisicamente, ci attendono. Saremo pronti per fermarli? Ma non dimentichiamoci che l’obiettivo principale per questa stagione è la permanenza in Serie B. Dieci punti nelle prime 4 partite suggeriscono che si tratta di una missione alla nostra portata: abbiamo 34 partite per conquistarne altri 30, punto più punto meno. Per il resto, nulla vieta di sognare in grande!
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