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Ciao mamma guarda come mi diverto

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Ciao mamma guarda come mi diverto

Che bello è quando lo stadio è pieno / e la musica, la musica riempie il cielo / È una libidine e una rivoluzione / Ciao mamma guarda come mi diverto. Al termine della partita contro il Cosenza mi rimbombavano in testa queste parole di una canzone di Jovanotti, perché rispecchiavano perfettamente l’atmosfera che si respirava all’interno dello stadio. Gli spalti avvolti nei colori giallorossi, con una imponente macchia di nero nella curva Massimo Capraro, i canti che si innalzavano al cielo mentre i calciatori salutavano il pubblico festoso, la gioia per avere vinto l’unico vero derby di Calabria facevano da cornice ai sorrisi sereni e agli sguardi felici di tutti i tifosi che sciamavano lungo le strade della città. Ci siamo realmente divertiti tutti, a partire da Vincenzo Vivarini, che, immobile sul manto erboso, applaudiva contento per una vittoria inseguita e voluta con la più grande determinazione, per finire con l’intero popolo catanzarese, che si è preso una rivincita silenziosa sui proclami di vittoria sbandierati per l’intera settimana sulla sponda cosentina.

Si è realizzato né più e né meno quanto avvenuto nella scorsa stagione contro il Crotone: stesso punteggio, stessa rete iniziale di Iemmello e medesima lezione di sport, perché si è dimostrato ancora una volta che è bene non parlare, troppo e a sproposito, prima di una partita, ma lasciare ogni commento al verdetto del rettangolo di gioco.

È stata la vittoria dell’intelligenza e del cuore, ma anche del rispetto nei confronti di un avversario forte, ben organizzato e dotato di importanti individualità. Non ho intravisto particolari demeriti del Cosenza e trovo ingiuste le accuse mosse da una parte della tifoseria rossoblu ai propri calciatori e a mister Caserta. La verità è che Vivarini ha sparigliato le carte e ha impostato la squadra in maniera totalmente diversa dall’usuale. Nessun possesso palla infinito e avveduta spregiudicatezza offensiva, straordinaria accortezza difensiva e maggiore cattiveria agonistica. Sul piano tattico poi si è visto un Veroli più vicino ai difensore centrali e una fascia destra più stretta per contenere la forza propulsiva dei laterali avversari, ma soprattutto un centrocampo più arretrato, chiamato, con Ghion e Pompetti, ad impedire lo sfruttamento della profondità ad opera dei forti attaccanti cosentini. 

A tutto questo si è aggiunta l’attenzione, la determinazione e la voglia di riscatto dell’undici giallorosso, che ha giocato una partita di sacrificio, senza rinunciare, però, alla propria identità, consapevole della qualità dell’organizzazione di gioco e del valore di schemi ormai collaudati. E non possiamo dimenticare, infine, la classe superiore di Iemmello, che ha trovato nella più intima catanzaresità la forza della volontà e ha mostrato per l’ennesima volta di essere speciale, perché capace, come sempre, di non fallire gli appuntamenti decisivi: un campione autentico su cui si può fare affidamento nelle occasioni che contano, come solamente i campioni sanno fare.

Era fondamentale vincere e la vittoria è arrivata. Da qui ripartirà un altro campionato, con un Catanzaro ancora più forte, completo e imprevedibile, perché in grado di affrontare gli impegni futuri vestendosi con abiti differenti. Da questo momento in poi ci divertiremo ancora di più e i sogni di noi tifosi si potrebbero davvero avverare. Il cinema è stato riaperto e godiamoci con fiducia i prossimi film che saranno proiettati sul palcoscenico della cadetteria.

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