L’altro pagellone: Palermo – Catanzaro
Di Fausto Scerbo

FULIGNATI: Decisivo nel secondo tempo sulle conclusioni di Segre ed Henderson dove dimostra tutta la sua reattività. Ormai non ci meraviglia quasi più la calma e la precisione con la quale gestisce il possesso con il pallone tra i piedi. UOMO IN PIU’
SCOGNAMILLO: Gli aggettivi per il difensore italo/russo sono praticamente finiti. Si pensava, alla viglia dell’inizio del campionato, potesse essere il difensore più in difficoltà vista la poca esperienza nella cadetteria ma ogni partita detta legge o domina gli attaccanti avversari. Alti, bassi, veloci, tecnici, nulla importa. Lui li divora. LEONE.
BRIGHENTI: Dirige la difesa con maestria e lucidità soprattutto quando le offensive Rosanero si fanno più insistenti. L’esperienza gli permette di rimediare anche a qualche lacuna fisica dettata dalla non più giovanissima età. Solo in occasione del gol di Stulac si fa anticipare nel movimento rendendo il finale al cardiopalma. ESPERIENZA.
VEROLI: Se un giocatore dell’esperienza di Krajnc rimane in panchina per lasciargli il posto un motivo ci sarà. Ormai gioca sostanzialmente da braccetto di sinistra nella difesa dei Giallorossi. Annulla un cliente scomodo come Di Mariano e offensivamente ha il merito di mettere il pallone dentro in occasione del gol di Iemmello che sblocca la gara. TITOLARISSIMO.
KATSERIS: In molti ci chiediamo quanti polmoni abbia. Ara la fascia costantemente fino a che rimane in campo. Forse è un po’ impreciso in fase di rifinitura ma cresce anche difensivamente di partita in partita. Gioca oramai da quinto di centrocampo più che da difensore e così riesce a mettere in mostra costantemente la sua velocità da SPEEDY GONZALEZ.
VANDEPUTTE: Colpisce un palo, mostra a Biasci il corridoio libero in occasione del gol del due a zero. Disegna calcio da vero fuoriclasse e negli spazi, soprattutto dopo il raddoppio, è una costante spina nel fianco. Si muove divinamente anche senza palla e questo lo rende pericoloso costantemente. Insomma, Vandeputte è un GIOCATORE TOTALE.
POMPETTI: Le testate giornalistiche lo esaltano per le sue doti e giocate. Il merito più grande è della dirigenza di averlo scovato e del Mister di avergli concesso la giusta fiducia. Noi umili spettatori non possiamo far altro che stare ad ammirare la classe, forza ed eleganza di un giocatore di CATEGORIA SUPERIORE.
GHION: Con Pompetti in campo si sposta leggermente più vicino alla difesa per impostare e interdire le offensive avversarie. Sradicagli il pallone dai piedi è assolutamente impossibile. Danza come un ballerino per mettersi con il corpo a protezione della palla e, subendo un’infinità di falli, permette ai Giallorossi di guadagnare campo. GRAN GIOCATORE.
SOUNAS: Con la difesa che si schiera a tre torna a svolgere a pieno il suo ruolo ed è quanto meglio gli riesce. Si propone tra le linee, recapita puntualmente la sfera all’arrivo del pendolino Katseris, si esibisce in controlli di palla da vero numero 10. Mister Vivarini gli dà fiducia e lo ripaga nel migliore dei modi. PIEDI DI FATA.
BIASCI: Corre come un indemoniato, si fa trovare in appoggio per dialogare con i centrocampisti, attacca la profondità con la sua velocità. Cosa chiedere di più ad un attaccante. Oltretutto la sola presenza di Iemmello sembra galvanizzarlo perché sfrutta al meglio gli spazi creati dal compagno di reparto che attira le attenzioni dei difensori. Timbra il cartellino nella unica occasione capitata tra i piedi. ISTINTO DEL KILLER.
IEMMELLO: Con Biasci come compagno di reparto da il meglio di sé. Il gol è solo la ciliegina sulla torta di una prestazione sontuosa. Illumina il Barbera con lanci millimetrici per i compagni. Mette quasi in porta Vandeputte in un paio di circostanze. Non si fa anticipare quasi mai e dirige il fronte offensivo giocando praticamente massimo a due tocchi. IN STATO DI GRAZIA.
MIRANDA: Entra sul due a zero al posto di Katseris con il compito di arginare le discese degli esterni avversari e rimanere più bloccato sulla linea dei difensori. Lo fa egregiamente per quanto, ancora, fatica ad esprimersi sui livelli dei titolari. Il tempo, in ogni caso, è tutto dalla sua. ARCIGNO.
OLIVERI: Ha l’ingrato compito di sostituire un giocatore unico come Vandeputte e non sfigura affatto. Negli spazi riesce ad essere pericoloso mettendo in mostra tutta la sua tecnica e velocità. A destra, a sinistra, da centrocampista o terzino, lui si adatta e sfodera una prestazione assolutamente positiva. DINAMICO.
PONTISSO: Con l’importante fisicità che ha domina tutti gli scontri a centrocampo e si rende utilissimo per arginare gli attacchi del Palermo. Spettacolare in una personale azione in cui rompe gli argini e si dirige verso la porta avversaria a gran falcate prima di commettere l’errore di non tirare arrivato in prossimità dell’area di rigore. STRAPOTENZA FISICA.
STOPPA: Anche il suo ingresso si giustifica in relazione alle possibilità di ripartenza negli spazi quando il Palermo si butta a capofitto in avanti. Si dimostra, però, con troppa voglia di fare e ciò lo porta a volte ad incaponirsi ed intestardirsi. NERVOSO.
AMBROSINO: Da un attaccante con la sua classe e fisicità gli è richiesto di far salire la squadra e sfruttare gli spazi in ripartenza. Spesso, invece, viene anticipato o erra negli appoggi in fase di uscita. Anche in questo caso il tempo è tutto dalla sua parte ma ad oggi si dimostra ancora un po’ SOTTOTONO.
VIVARINI: Nella stessa stagione espugna il “Ferraris” ed il “Barbera” in un campionato di serie B. Alla quindicesima gara stagionale è quarto con il suo Catanzaro a quota 27 e potenzialmente a più 8 sulla nona (prima squadra fuori dai playoff). Probabilmente anche i più ottimisti non ci avrebbero creduto se glielo avessero detto. Pian piano ritorna sempre più marcatamente alla difesa a tre e ciò gli permette di sfruttare le fasce e la qualità di Sounas in mezzo al campo tra le linee. Il lavoro fatto è incredibile. La squadra sembra spesso una macchina perfetta. LEADER VERO.
Lascia un commento