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Cremonese, prove tecniche per il futuro

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La prossima partita casalinga contro la Cremonese non costituisce certamente l’ultima spiaggia, ciò nonostante è uno snodo importante per la stagione in corso, poiché serve a comprendere se la direzione intrapresa è quella giusta e se il lavoro svolto fino a questo momento può ritenersi efficace. Infatti, nelle prime cinque giornate, fatta eccezione per lo scontro con il Sassuolo e la prestazione contro la Carrarese, non si può dire che i giallorossi abbiano pienamente convinto, soprattutto per la mancanza di brillantezza nel gioco.

A differenza che in passato, bisogna ammettere che si è riusciti a strappare un pareggio anche quando si sono incontrate specifiche difficoltà e la difesa ha dato dimostrazione di una maggiore solidità. Ma qualcosa è mancato e l’assetto tattico spesso ha rivelato assenza di lucidità e fluidità, con alcuni calciatori, in particolare Petriccione, Iemmello e Biasci, spaesati e inconcludenti. Un centrocampo a due e una linea a tre dietro l’unica punta è un modulo che oggettivamente penalizza i nostri tre moschettieri, che non riescono a mettere in luce le loro qualità, dal momento che per caratteristiche tecniche non si adattano a questa impostazione di gioco.

Forse è troppo presto per dare giudizi? Di sicuro non c’è stato il tempo necessario per sperimentare i dettami dell’allenatore, senza contare che non è neppure facile modificare movimenti collaudati da quasi tre anni. Si spera, però, che non ci si intestardisca su soluzioni tattiche che piacciono, ma non danno risultati. E pertanto lo scoglio Cremonese deve rappresentare un banco di prova per valutare la validità delle scelte preferite, ma anche un’occasione per comprendere cosa non funziona e fino a che punto ci si possa spingere con qualche forzatura. Le partite fin qui disputate hanno messo in evidenza senza ombra di dubbio che con due centrocampisti il Catanzaro soffre moltissimo, perché subisce la superiorità avversaria, non riesce a mantenere il controllo del gioco e manifesta un visibile scollamento tra difesa e attacco. Tutt’altra musica con un centrocampo più folto, sia in fase di interdizione che di impostazione; nessuno intende sostituirsi al tecnico e dare lezioni di tattica, ma alcune indicazioni del campo sono apparse chiare e hanno prodotto precisi risultati. 

Caserta è un allenatore bravo, intelligente e capace di leggere bene le partite, sicché non dubitiamo che avrà fatto tesoro dell’esperienza del recente passato e di quella di altri tecnici. Primo fra tutti quello dei grigiorossi lombardi, che non ha mancato di sostenere che sono i calciatori a doversi adattare al sistema di gioco e non viceversa. Con il discutibile effetto di pretendere da Vandeputte, indimenticato eroe del Catanzaro di ieri, di spostare la sua area di competenza, con la conseguenza di non riuscire più a rendere come nelle stagioni tra le aquile giallorosse e a sedere, mesto e sconsolato, in panchina: dove è finito il giocatore da 9 reti e 14 assist dell’anno scorso? Capisco che si possa modificare la posizione in campo dei calciatori, ma questo va bene quando non si riescono ad esprimere al massimo le qualità possedute, non quando sono esplose nel loro splendore e vengono, al contrario, mortificate.

Il bravo allenatore è quello che riesce ad ottenere il massimo possibile dalla rosa a sua disposizione e a valorizzare nel modo migliore le qualità di ogni giocatore. Giocare fuori ruolo o in un modulo non adatto intristisce chi scende in campo e non entusiasma chi assiste dagli spalti.

Per questo venerdì sera contro la Cremonese ci aspettiamo di vincere con la convinzione e la determinazione dei forti, perché la felicità di tutti, proprio di tutti, possa trionfare sovrana.

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