Voglio essere onesto fino in fondo. Sabato all’uscita dallo stadio ero tentato di mettere su carta qualche considerazione a caldo, ma ho avuto, giustamente, il timore, di far prevalere la delusione per il risultato e di non riuscire ad essere sereno nei giudizi.
Ho, perciò, fatto trascorrere un paio di giorni per riacquistare un minimo di oggettività e il confronto di lunedì sera con gli altri ospiti in studio nella trasmissione RTC Catanzaro Sport mi è stato utile per mettere a fuoco alcune questioni.
Partiamo da un’osservazione di fondo. Il dopo Vivarini sarebbe stato complicato per tutti, figuriamoci per un allenatore come Caserta reduce dalla panchina di Cosenza. E questo peccato originale ha pesato e sta pesando come un macigno sulla testa di gran parte della tifoseria, che sembra sempre in attesa di poter scaricare ogni tipo di responsabilità sul tecnico.
Ebbene, cerchiamo di sgombrare ogni riserva mentale e rendiamoci conto del fatto che la rosa a disposizione, per quanto di qualità, appare alquanto squilibrata, visto che ad una quantità sproporzionata di esterni offensivi corrisponde una certa scarsità di ricambi tanto in difesa, quanto, soprattutto, a centrocampo.
Quindi, non meravigliamoci degli esperimenti continui posti in essere per assicurare equilibrio e solidità alla squadra ed evitiamo di pensare di avere a che fare con un allenatore scarso e privo di idee. In più, tutti i calciatori intervistati nel corso delle trasmissioni di RTC Catanzaro Sport hanno manifestato piena fiducia nelle idee e nel lavoro dell’allenatore e si sono dimostrati ottimisti sulla possibilità di fare un campionato positivo: hanno tutti dichiarato che è necessario soltanto giocare senza frenesia e usufruire di un poco di fortuna in più. E i dati provenienti dallo spogliatoio non possono essere disattesi: la squadra è unita e opera insieme per un obiettivo comune.
Precisato questo, cerchiamo di capire cosa non funziona in questo Catanzaro. Certo, è mancata la fortuna, perché sia a Reggio Emilia che contro il Mantova pali, traverse e occasioni mancate avrebbero potuto far scrivere un’altra storia. Ma sicuramente qualcosa va rivista.
Un appunto: se, per un verso, va riconosciuta a Caserta la capacità di leggere compiutamente le partite e di apportare gli opportuni cambiamenti in corso, è anche vero che in diverse occasioni la formazione iniziale non ha risposto alle aspettative.
Con l’esito di regalare un tempo agli avversari e di essere costretti a rincorrere per recuperare lo svantaggio. E allora, diciamo chiaramente che forse Koutsoupias, come prima Pagano, quale terzo di centrocampo ha mostrato di non riuscire, per le sue caratteristiche, a contribuire in modo sostanziale né alla fase offensiva, né a quella difensiva e di essere del tutto avulso dal gioco.
Sicché forse appare necessario insistere, almeno inizialmente, su tre centrocampisti di ruolo, come avvenuto nelle due uniche vittorie con Carrarese e Sud Tirol, al netto di infortuni e condizioni fisiche precarie. Un’altra nota: è difficile scegliere tra tanti esterni, ma bisogna avere la lucidità di impostare la formazione in base alle esigenze del momento, e se in trasferta contro la Reggiana forse vi era stato un eccesso di coraggio, in casa con il Mantova probabilmente si è peccato per il motivo opposto, sicché la presenza di Ceresoli ha fatto il paio con quella precedente di Cassandro con il Frosinone, purtroppo con effetti analoghi.
A questo punto, va rilevata una attenuante fondamentale per Caserta, costituita dall’assenza prolungata di Situm, che nello scacchiere giallorosso è indispensabile, e dagli infortuni di Pontisso prima e Petriccione dopo, che probabilmente hanno scombinato i piani del tecnico.
Ora, ripartiamo da quanto di buono si è costruito fino a questo momento, evitiamo di reiterare gli errori, continuiamo a sostenere con forza i giallorossi e muoviamoci alla conquista di Marassi: un’altra vittoria sarà assicurata sugli spalti dal nostro meraviglioso pubblico, dal campo auguriamoci che arrivi un altro, significativo, segnale di ripresa, senza volgere il capo indietro, ma guardando solamente in avanti. Il Catanzaro è una realtà e crederci è un dovere.
CREDIT FOTO: US Catanzaro 1929
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