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Si vince e si perde, ma l’importante è giocare

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Si vince e si perde, ma l’importante è giocare

Il baraccone della serie B è arrivato in città. Avvicinatevi, non abbiate timore. Si vince e si perde, ma vi posso assicurare che è proprio bello giocare. Sono onesto: ieri sera non avrei detto niente di tutto questo, ma avrei inveito senza ritegno contro l’arbitro, poi avrei insultato qualche calciatore e infine mi sarei scagliato perfino contro l’allenatore. Ma si sa, la rabbia e la delusione sono cattive consigliere. Oggi, dopo un fine serata di meditazione e una notte di riposo, il cielo luminoso e le piante in fiore ondeggianti al lento spirare di una dolce brezza mi fanno vedere le cose in una luce diversa, dalla giusta prospettiva. E mi inducono a pormi qualche domanda. Ieri mi sono divertito? Sì, per lo spettacolo di uno stadio pieno e per la carica di entusiasmo e gioia che si respirava, ma anche per un primo tempo ai limiti della perfezione e un finale di partita, convulso, caratterizzato dalla palpabile percezione di poter pareggiare. E che si vuole di più da una partita di calcio! E ancora, il ricco Como ha vinto perché ha annichilito la povera matricola venuta dal sud? Ma quando mai. E poi, si è vista sul campo la differenza tra una squadra accomodata su una montagna di denaro e un’altra distesa su una nuvola di sogni e avvolta dalle bandiere giallorosse? Neanche per idea. E quindi, il Catanzaro ha perso, ma con onore, senza demeritare affatto, soltanto per un paio di ingenuità difensive in cinque minuti di folle sbandamento. Ricordiamoci, però, che dalla parte dei lariani vagavano sul manto erboso Cutrone, Strefezza, Gabrielloni e Da Cunha che, da soli, per quantità di valore e di ingaggi, valgono quanto l’intera compagine del presidente Noto, compresi il massaggiatore, il magazziniere e gli addetti alla manutenzione del campo. Certo, il pensierino alla promozione diretta lo abbiamo fatto tutti, ma scendiamo per terra e godiamoci questa stagione di esaltante bellezza, dove anche le sconfitte servono, per fare esperienza e per assaporare meglio il gusto della vittoria. Questo non vuol dire rinunciare alla speranza di promozione, perché i play off non ce li toglie nessuno e qualche ingiusto schiaffone può costituire il viatico per un percorso di successo ancora da compiere. Ricordate il Parma dell’andata? E come è finita. Meditate, gente, meditate! Perché per il Como è bene salire direttamente nella massima serie, perché se dovesse incrociare ancora il Catanzaro penso che maturerebbe la vendetta, una tremenda vendetta. In alto i cuori giallorossi e continuiamo a sorridere, al ballo della serie B noi partecipiamo da protagonisti. E basta questo a doverci rendere felici. Quello che arriva in più è tanto di guadagnato: e, ammettiamolo, in fondo il di più ce lo meritiamo, perché siamo bravi, belli e coraggiosi, e rappresentiamo anche lo spirito di un calcio puro, di altri tempi.

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