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Nostalgia di un calcio romantico

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Nostalgia di un calcio romantico

Il rimpianto per un calcio non c’è più è emerso immediatamente nelle parole di Bortolo Mutti, allenatore di grande esperienza ed equilibrato opinionista sportivo, ospite della trasmissione RTC Catanzaro Sport. Non perché migliore, visto che il calcio odierno è di sicuro più avanzato, tanto sul piano fisico quanto su quello tattico, dal momento che è più profonda l’attenzione per i movimenti in campo e per l’occupazione degli spazi, senza contare l’incremento della velocità di gioco e il miglioramento, anche per l’evoluzione della scienza, della preparazione atletica e della gestione dei calciatori. Ma sono andati scemando i valori fondamentali dello sport, compressi dietro le esigenze televisive, le operazioni di marketing e gli interessi economici, e ancor più è venuta meno la fantasia, perché la creatività è stata sacrificata all’atletismo e la sapienza tecnica è stata soppiantata dalla redditività dell’aggressività. Rimane, però, il fatto che l’appassionato continua ad esaltarsi per un tunnel o un bel dribbling, per un lancio preciso di quaranta metri, per un impossibile passaggio filtrante in area piuttosto che per una corsa sfrenata a centrocampo o per un fallo tattico o per una serie infinita di passaggi partendo dalla difesa.

Bisogna fare i conti con l’attualità e godere di quanto il mondo del calcio è in grado di offrire, soprattutto in un campionato come quello di serie B, equilibrato, mai banale, strano, duro e del tutto imprevedibile. Qui si possono ammirare ancora i giocatori italiani, i talenti giovanili e gli allenatori coraggiosi ed innovativi. Ogni partita è una storia a sé, perché nulla è scontato e le posizioni di classifica si possono rimescolare nello spazio di breve tempo. Mutti ritiene, però, che per quanti cambiamenti si possano verificare, esiste un nucleo solido di squadre votate al primato e un gruppo non molto ampio di compagini in grado di lottare per l’accesso ai playoff, tra le quali si deve annoverare a pieno titolo anche il Catanzaro. L’unica condizione è che si continui a credere nel progetto avviato nella precedente stagione e si mantenga la propria identità, senza ripensamenti e stravolgimenti.

Appositamente sollecitato, Mutti, che ha svolto gran parte della sua carriera tra squadre meridionali, ha puntualizzato il fatto che è necessario superare la distanza esistente tra le società del nord e quelle del sud dal punto di vista strettamente organizzativo. Occorre, infatti, investire nelle strutture, che consentono di affrontare l’attività agonistica con tranquillità, ma soprattutto di costruire una apparato capace di evitare difficoltà per gli allenamenti e, allo stesso tempo, di valorizzare il lavoro sui giovani. A Catanzaro qualcosa in questi anni è stato realizzato, ma l’auspicio è che la collaborazione tra proprietà e istituzioni cittadine possa ampliare l’offerta dei servizi sportivi e favorire il rafforzamento dell’immagine dello sport in generale, e del calcio in particolare, catanzarese. 

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