L’ellenica provvidenza
Di Antonio Ionà

Si è chiuso un altro turno di campionato ed il Catanzaro è risultato vincente tra le mura amiche contro un Pisa anestetizzato. Infatti, i toscani vengono facilmente fagocitati dal gioco dei padroni di casa che gestiscono perfettamente il match, pungendo quando c’è da pungere e barricandosi quando c’è da immolarsi per difendere il risultato. Sul punto è da evidenziare la prestazione di Fulignati, che, come sempre più spesso accade, è risultato decisivo e al momento, secondo le statistiche offerte dalla Lega, risulta il miglior portiere della cadetteria.
Dovremmo goderci questo magico momento del Catanzaro, riuscendo a resistere dallo storcere troppo il naso alla vista del pericoloso fraseggio che tesse con i suoi fieri scudieri – e che mette a rischio le coronarie di tutti noi tifosi ogni maledetta partita – come chiede il comandante Vivarini: ed è quello che in fondo rende grande questa squadra. A proposito del mister: meravigliosa la strategia di riuscire ad isolare Katseris contro il suo diretto avversario, che, con decine di metri di campo alle spalle da recuperare, non può nulla contro l’irresistibile progressione della nostra furia greca.
In Panos, da qualche giorno circuito dalle voci delle sirene della Serie A, si concretizza questa prometeica provvidenza che ci permette di vincere una gara importantissima, in un turno dove i diretti avversari non possono che scontrarsi tra loro, superando persino l’umana incapacità di segnare di uno dei nostri attaccanti che, più volte, manca l’occasione con gol più che facili. Ed è proprio grazie a lui che, in pieno dicembre, ci ritroviamo ad una dozzina di punti dalla salvezza e a soli 4 dalla vetta.
A questo punto sarebbe sciocco non sperare, non sognare, non immaginare qualcosa di grande, qualcosa di surreale qui al confine ultimo dell’impero, è vero, ma va doverosamente aggiunto che potrebbe risultare essere un esercizio pericolosissimo perché i sogni, si sa, fan presto a tramutarsi in incubi sui campi di calcio. Per non correre inutili rischi, quindi, non ci resta che gioire della raggiunta maturità della nostra squadra che è diventata finalmente grande: le cocenti ed immeritate sconfitte le hanno insegnato non solo ad attaccare ma anche a difendere, con la passione e la tenacia tipica di un popolo che non si arrende anche se avrebbe tutti i motivi per farlo.
Forza Catanzaro
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