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La Calabria è giallorossa

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Il Catanzaro mette un punto definitivo ad ogni contesa calcistica in terra di Calabria. In questa domenica di vento si materializza, infatti, per il Cosenza lo stesso destino che aveva accompagnato due anni fa, in serie C, il confronto con il Crotone. Con le stesse modalità e con il medesimo risultato, a dimostrazione che non ha alcun senso impostare una stagione con il solo obiettivo di sconfiggere una rivale, in ragione di un odio ingiustificato.

Il Crotone si è schiantato dopo gli scontri con le aquile e un inseguimento sfrenato, il Cosenza si è sfarinato dopo due sconfitte consecutive nel passato campionato, un pareggio colto per il rotto della cuffia e una sconfitta brutale con un passivo corposo e una prestazione assolutamente insufficiente.

Si vive per qualcosa o qualcuno e non contro qualcosa o qualcuno: quale soddisfazione ci può essere nel vincere una partita e sprofondare in una crisi irreversibile?

Nel torneo precedente il Cosenza ha esonerato l’allenatore Caserta proprio a seguito della seconda sconfitta nel derby, a dispetto di un buon gioco espresso e di alcuni eventi sfortunati. Quest’anno si è gettato al vento il buono che c’era, evidenziando che la gestione di una squadra di calcio non può essere fatta con la pancia, ma in modo razionale, e con la necessaria serenità.

Sul prato verde di Catanzaro non c’è stata partita e i rossoblù silani sono affondati, seppelliti da quattro reti di splendida fattura. Per Caserta si è trattato di una dolce vendetta nei confronti di una società che lo ha letteralmente maltrattato e di un ambiente che l’ha denigrato senza motivo.

A Catanzaro è stato sostenuto, anche nei momenti di difficoltà, da una tifoseria straordinaria, competente e capace di abbracciare chi dimostra di lavorare seriamente e di amare i colori scolpiti nella sua anima.

Ad ogni segnatura, e successivamente, al termine della partita, si leggeva la felicità sul volto dell’allenatore giallorosso. E il pubblico, che conosceva benissimo il valore per lui di questa sfida, lo ha omaggiato con grida di incoraggiamento. Ma anche con la dovuta riconoscenza, per una stagione di successo, forse inattesa, ma sicuramente, e ampiamente, meritata.

Si consolida, così, il quinto posto in classifica, condito dal ritorno di Iemmello, un grande, in testa alla classifica dei marcatori. Un catanzarese assurto definitivamente a simbolo del Catanzaro, autore in breve tempo di 70 reti, che lo collocano nell’Olimpo del calcio catanzarese, alle spalle del mitico Palanca. Un calciatore di classe eccelsa, che ha confezionato sempre reti di rara bellezza e che è senza ombra di dubbio il giocatore tecnicamente più bravo mai visto al Ceravolo, avvicinato, ma solamente avvicinato, forse soltanto da Bui, beniamino della mia infanzia.

Godiamoci questa vittoria netta, inequivocabile e smaccata. Non c’è niente da dire. La Calabria è ritornata giallorossa. Tutti gli altri possono soltanto ammirare un quadro di raffinata bellezza e guardare alla città dei tre colli come un modello di serietà e di sapienza.

CREDIT FOTO: US Catanzaro 1929

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