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Di Iemmello ce n’è uno solo

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Il Catanzaro è settimo in classifica, a un punto dal Modena, a due dal Palermo e a tre dal Cesena e con ben cinque punti di vantaggio su Empoli e Juve Stabia ottave. Sette vittorie in nove partite hanno cancellato timori e riserve, e tutti contenti.

E Iemmello è stato un protagonista, silenzioso, di questa nuova emozionante avventura. Il che dovrebbe annullare ogni possibile mugugno, che ogni tanto si fa largo nella parte più polemica della tifoseria, che non perde occasione di sibilare qualche critica nei confronti del capitano giallorosso.

Premetto che sono assolutamente refrattario a qualsiasi apprezzamento, anche leggermente critico, nei confronti di Pietro Iemmello. Sicuramente perché, come sostiene da sempre mia figlia, ho il vizio di essere “soggettivo” nei riguardi di tutto ciò che rientra nella mia sfera affettiva. Ma la verità non è questa.

Negli anni mi sono sempre più rafforzato nell’idea che quello del calcio non è, e non può essere, un mondo a parte, e quindi il rispetto per le persone deve costituire un valore imprescindibile, che esclude qualsiasi attacco o giudizio anche minimamente malevolo.

Perciò, guardo i calciatori e ormai vedo soltanto dei ragazzi, cresciuti in fretta, chiamati ad essere grandi prima del tempo, ma sempre ragazzi. Mi ha molto colpito, durante una trasmissione di RTC Catanzaro Sport, un commento di Fabio Di Sole riguardo ad un’intervista di Alesi dopo la rete decisiva nella partita con il Venezia. Di Sole, facendo riaffiorare alla mente i ricordi della sua esperienza di calciatore, ha, con la consueta eleganza e l’abituale sensibilità, sottolineato la gioia incontenibile di Alesi e ha invitato a tenere presente come momenti del genere ripagano per gli anni di sacrifici lontano da casa, per i lunghi periodi di solitudine, per la nostalgia dei propri cari, insomma per una vita diversa da quella dei coetanei.

E allora, pensiamo sempre, quando parliamo e tranciamo giudizi in libertà, che di fronte ci troviamo giovani, con le fragilità e, a volte, le intemperanze tipiche dell’età, che hanno un’anima, sentimenti, vite, che non abbiamo il diritto di infrangere. Questo impone a tutti, a mio avviso, di astenersi da sentenze impietose e di usare, anche nelle critiche, garbo ed equilibrio, nel pieno rispetto della persona.

Per quanto mi riguarda, nei confronti di Iemmello funzionano, però, altri due fattori. Uno è quello emotivo. Certo, non è l’unico catanzarese che ha vestito la maglia giallorossa, dimostrando attaccamento ai colori della città. Ci sono stati Barbuto e Silipo, poi i due fratelli Mauro, Pino Lorenzo, Criniti e Brutto, Scarfone e Fontana, Corapi e Giampà, ed altri. Ma nel nostro capitano non c’è solamente un amore incondizionato per la città dei tre colli, c’è anche la consapevolezza di essere il simbolo del riscatto dell’intera comunità, veicolo indispensabile per la rinascita di se stesso: un patto di fedeltà reciproca per la realizzazione di un destino comune.

In più, gli occhi di Iemmello mi sono sempre apparsi sinceri, anche quando capita di intravedere un velo leggero o un’ombra sfuggente che attraversa lo sguardo. Per questo penso che Catanzaro debba essere per lui un rifugio sicuro e debba stringerlo in un abbraccio infinito.

Infine, c’è l’elemento strettamente calcistico. A Bari è emerso per l’ennesima volta il genio, il calciatore, cioè, che partecipa a un gioco per pochi eletti, fuori concorso, non paragonabile ai comuni mortali, quello che è dotato di un’intelligenza fuori dall’ordinario, che fa ciò che gli altri neanche sono in grado di pensare.

Come interpretare altrimenti il magico appoggio di testa a Pontisso per il goal del vantaggio, ma soprattutto il velo in mezzo all’area per il compagno più smarcato, purtroppo non sfruttato! Un grande, un prestigiatore del pallone! A Catanzaro un giocatore così non si era mai visto e penso proprio che non si vedrà in futuro tanto facilmente.

L’andatura dinoccolata, lo sguardo ogni tanto svagato, qualche errore a uno così si possono perdonare, perché quando meno te lo aspetti, ecco lì una sbalorditiva meraviglia, una tra tante, non un’eccezione. Quindi, permettetemi di dire che Iemmello non si discute e chi ama il calcio, quello vero, quello che ha alimentato i sogni di noi bambini, non può che amare questo figlio eletto della nostra terra.

CREDIT FOTO: US Catanzaro 1929

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