Non è per niente facile esprimere qualche opinione sul Catanzaro di oggi alla luce di quanto visto nelle prime sette partite. Proviamo a partire dai numeri: 7 punti in 7 partite con una vittoria, due sconfitte e quattro pareggi, di cui due in casa e due in trasferta e ben tre concluse con il risultato di 0 a 0; 5 reti fatte e 6 subite; migliore difesa, insieme al Palermo, secondo peggiore attacco, dopo quello del Cittadella e appena prima di quello della Carrarese; 16° in classifica, che equivale a un posto in zona playout. Ad un’analisi superficiale dei dati statistici, l’unico aspetto per cui sorridere è quello relativo alla solidità difensiva, ma per tutto il resto non c’è da stare allegri, se non per il fatto che il ritardo nella campagna acquisti e nella preparazione fisica dei calciatori arrivati nell’ultimo scorcio di mercato è stato contenuto con una serie di pareggi e non ha originato un immediato disastro.
Le condizioni in cui è stato costretto a lavorare Caserta giustificano un inizio di campionato balbettante, visto che, oltretutto, il gruppo è ancora in fase di assestamento e diversi calciatori non hanno ritrovato la piena forma fisica. Però, quello che preoccupa al momento è l’incapacità della squadra di esprimere un’idea di gioco anche vaga e l’effetto prodotto da un modulo che dovrebbe esaltare le sue qualità offensive, mentre invece non produce reti, ma neanche occasioni da rete e, per restare alla trasferta di Salerno, neppure un tiro in porta e nessun calcio d’angolo.
La sensazione è che l’allenatore, avuto sensore dell’aria che tira intorno a lui, abbia voluto giocarsi tutto nello scontro interno contro il Modena, prima della seconda sosta per le nazionali, ma deve avere l’umiltà di comprendere che il sostegno della tifoseria, che non mancherà mai, richiede risposte immediate e convincenti. Questo significa che deve considerare la sistemazione in campo dei giocatori in relazione alle loro qualità e caratteristiche, e per quanto mostrato dal rettangolo di gioco. Occorre valutare, cioè, quando il Catanzaro ha fatto vedere barlumi di gioco, quando e come ha segnato, e non insistere in convinzioni preconcette non supportate dai risultati. Da parte nostra pieno sostegno a Caserta per il complicatissimo impegno assunto, che implica pazienza e fiducia, ma sarebbe il caso di pensare che le proprie idee si possono realizzare con altro tempo a disposizione per assimilare schemi e movimenti e che nell’immediato forse è più opportuno vincere e acquisire i tre punti con la formula di gioco che si è dimostrata più idonea. Con la serenità della vittoria si può lavorare in modo proficuo e pensare di portare a termine il proprio progetto; in caso contrario il giudizio sarà spietato e irrevocabile. Ma nessuno lo spera, perché quello che conta è il bene del Catanzaro e tutti desiderano ardentemente che la realtà della cadetteria, raggiunta con tanta sofferenza, non si trasformi nell’ennesima fatua illusione.
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