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Tranquilli, ma decisi, conquistiamo i play off

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Dopo la sconfitta di Modena ci si attendeva un pronto riscatto e la vittoria contro il Bari, peraltro diretta concorrente nella lotta per i play off. Ed invece, così non è stato, quasi a dimostrare che il Catanzaro, consolidata la permanenza in serie B, si stia sfarinando in dirittura d’arrivo. Questa lettura semplicistica, che potrebbe essere fatta dando uno sguardo dall’esterno a risultati e classifica, non corrisponde, però, alla realtà, o almeno a quanto si è visto ieri al Ceravolo.

I giallorossi hanno letteralmente dominato, mantenendo le redini del gioco e creando occasioni da rete in serie. Ciò contrasta con l’idea di una squadra appagata dell’obiettivo raggiunto o in calo di tensione: l’impegno è stato massimo e la volontà di conquistare i tre punti si è palesata in maniera nitida. Quindi, nessuna accusa può, e deve, essere mossa allo staff tecnico e tantomeno ai calciatori. E neppure alla società, che non mi pare abbia dimostrato di accontentarsi del minimo sindacale, anzi, al contrario, di aspirare fortissimamente ai play off.

Rimane la delusione del risultato finale. Signori, questo è il bello (e il brutto) del calcio: il Catanzaro domina, subisce una rete su un errore difensivo, recupera con la solita magia di Iemmello, passa in vantaggio con il difensore goleador Bonini, subisce il pareggio per un altro errore difensivo, ha la forza di segnare ancora con Quagliata, rischia di chiudere la partita con Biasci e si fa rimontare sui titoli di coda per un’ennesima distrazione difensiva.

Anche da questa rapida sintesi si comprende come la forza della volontà giallorossa si sia frantumata contro il macigno di una prestazione difensiva a dir poco deficitaria, visto che il Bari è arrivato davanti alla porta di Pigliacelli tre volte tre e ha segnato tre volte tre. Non è corretto gettare la croce sulla difesa, anche perché una giornata sfortunata può capitare, ma il progressivo aumento delle reti subite induce a qualche piccola riflessione.

Dopo aver parlato per mesi della rosa troppo ampia e della difficoltà di gestione dello spogliatoio, ci ritroviamo a tirare le somme del girone di ritorno e ci accorgiamo invece della coperta troppo corta. La difesa a tre è costituita da Brighenti, Scognamillo e Bonini, ma da un paio di settimane, e per qualche tempo anche prima, in panchina non vi è alcun ricambio di ruolo, dati i ripetuti infortuni di Antonini, se non Corradi, che fino a questo momento non ha mai visto il campo. Coulibaly come ricambio di centrocampo è dotato di un’autonomia limitata e gli attaccanti non sono stati particolarmente prolifici.

A ciò si aggiunge il fatto che, tra infortuni, ritardi di preparazione e problemi vari, vi sono calciatori che hanno potuto contribuire poco al campionato del Catanzaro. Oggi tutto questo si intravede con precisione. Ed allora facciamo di necessità virtù, stringiamo i denti fino all’ultima giornata e continuiamo a sostenere questi leoni in casacca rossa, perché in questo momento ce n’è ancora più bisogno. Soprattutto se vogliamo divertirci con i play off, perché il Catanzaro questo traguardo se lo merita.

Se lo merita la società, e il suo Presidente, che ha creduto in un progetto a volte anche osteggiato all’esterno. Se lo meritano il direttore sportivo Polito e l’allenatore Caserta, che si sono presi una bella rivincita nei confronti di chi in altre piazze non aveva creduto in loro. Se lo meritano i calciatori, che hanno lavorato duramente e non si sono mai piegati dinanzi alle difficoltà. Se lo merita la tifoseria, per la passione, l’entusiasmo e l’amore che ha sempre riversato sulla squadra, e per la lezione di maturità e di civiltà impartita in ogni dove. Se lo merita la città, che ha riacquistato il primato calcistico in Calabria, rinverdendo i fasti del passato, e si sta riavviando ad una fase di rinascita.

Della partita con il Bari ci rimangono alcune note positive. La prima è la convinzione e la determinazione della squadra, che non ha mai mollato e ha cercato la vittoria con tutte le forze. La seconda è, neanche a dirlo, il capitano Pietro Iemmello, che è diventato ormai, per me, “a maravilha do futebol”, perché capace di stupirmi ogni volta che lo vedo sul campo, visto che riesce a togliere dal cilindro incantesimi sempre nuovi, come accaduto con il goal del pareggio di domenica.

Allo stadio, tutti intorno a me erano con lo sguardo perso nel vuoto e si chiedevano se era vero quello che avevano visto: un ricamatore di sogni! Ma quello che ha impressionato è stata la voglia di vincere dello zar, che ha spronato, incitato e anche sgridato i compagni, ha dato indicazioni su movimenti e posizioni in campo, ha inseguito gli avversari e in panchina è stato in piedi a seguire le ultime azioni della partita. Iemmello è sempre stato il leader incontrastato di questa squadra, ma ora è diventato un leader saggio, che trasmette serenità e forza d’animo, e che è decisivo in tutti i momenti di difficoltà: corre, lotta, segna, esulta, si inalbera e non si deprime mai. E con questo Iemmello anche noi possiamo stare tranquilli.

Il senso di appartenenza alla città e ai colori giallorossi ha trovato nella catanzaresità di Iemmello il suo vessillo. Non disperdiamo questo patrimonio! Quanto può essere importante lo sport per il destino di una collettività! Ed allora, allontaniamo le nubi dalla nostra mente, stringiamoci in un unico, grande, abbraccio e continuiamo a inseguire i sogni. Dopo, si vedrà!

CREDIT FOTO: US Catanzaro 1929

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