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Tra rettangolo di gioco e aule universitarie

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Che bella sorpresa! Ospite dell’ultima trasmissione di RTC Catanzaro Sport è stato Tommaso Cassandro, da qualche settimana punto inamovibile della fascia destra dello scacchiere giallorosso. Il dialogo, in diretta skype, ha riguardato ovviamente gli esordi da calciatore, l’esperienza tra le file del Cittadella, l’esordio in serie A con il Lecce, il campionato scorso con il Como e la promozione nella massima serie.

Di seguito, le domande dallo studio, anche riprendendo qualche messaggio dei telespettatori, si sono appuntate sull’inserimento nel nuovo organico e sulle sensazioni vissute in terra calabra. Cassandro ha precisato che la scelta di venire alla corte di Fabio Caserta è stata ponderata e fatta con estrema convinzione; ha spiegato, infatti, di essere rimasto particolarmente impressionato dall’atmosfera vissuta nella trasferta del Como al Ceravolo della passata stagione, quando ha potuto constatare il calore della tifoseria e la serenità dell’ambiente. Ma ha voluto anche mettersi in gioco in una squadra con grandi qualità, dove avrebbe dovuto impegnarsi a fondo per conquistare un posto da titolare. Per questa ragione si è sacrificato in allenamento, per riuscire ad integrarsi pienamente in un gruppo già formato, e ha pazientemente atteso il suo momento. E quando è arrivato si è adeguato alle direttive dell’allenatore e si è sforzato di trasformarsi da difensore puro a esterno di fascia con propensioni più offensive. Ha limato, quindi, i propri difetti e ha migliorato il rendimento partita dopo partita, finendo anche per segnare una splendida rete ispirato dal suo omologo della fascia sinistra Quagliata.

Dietro precisa istigazione, Cassandro ha confessato di essere rimasto deluso per non essere stato confermato nella rosa del Como in serie A, ma di avere messo in conto tale eventualità, in considerazione delle aspirazioni della squadra lombarda e della volontà di fare affidamento su calciatori collaudati e di richiamo. A questo punto il giocatore giallorosso è stato sollecitato a dare il suo giudizio sulla pratica ormai inveterata delle squadre dei nostro massimo campionato di non puntare sui giovani italiani a favore di quelli stranieri, che non sempre, e non necessariamente, sono più bravi e più forti. Cassandro si è rammaricato di questa abitudine e ha candidamente promesso che da direttore sportivo avrebbe maggiormente valorizzato i giovani italiani.

La sorpresa per la risposta in realtà ha dato corpo al dato messo in luce da Mario Mirabello all’inizio del collegamento. E che costituisce la vera bella sorpresa dell’incontro. Cassandro è, infatti, un calciatore che ha conseguito la laurea, anzi, ad essere più precisi, due lauree, quella triennale in Scienze Motorie presso l’Università San Raffaele di Roma e quella specialistica in Management dello Sport e delle Attività Motorie presso l’UniPegaso. La prima, tra l’altro, con una tesi sugli sviluppi del calcio femminile, con relatrice Katia Serra, ex calciatrice e popolare commentatrice e opinionista televisiva.

Il percorso universitario di Cassandro dimostra sicuramente come negli ultimi anni vi sia stata una maggiore presa di coscienza da parte dei calciatori, sia per quanto riguarda la formazione culturale, sia per quanto attiene alla necessità di programmare il futuro, al termine della carriera. Si è compreso, quindi, che gli studi e la cultura rappresentano fattori fondamentali per poter emergere in un mondo competitivo, dove si richiedono sempre più non soltanto conoscenze tecniche, ma anche competenze scientifiche, cognizioni psicologiche e capacità manageriali. In questo senso, il giovane calciatore veneto ha manifestato chiarezza di idee, poiché ha fatto intendere la volontà di voler svolgere successivamente un ruolo manageriale all’interno del mondo del calcio e di avere acquisito i giusti titoli per poter contribuire alla gestione di una società sportiva.

Tutti ricordano il dottore Boranga o il dottore Socrates, medici, che costituivano un’autentica eccezione. Oggi il dottore Cassandro è in buona compagnia, Viola, Antenucci e Gosens laureati in Psicologia, Buongiorno e Pobega in Economia Aziendale, Forte e Ogbonna in Giurisprudenza, Segre e Padelli in Scienze Motorie. È un calcio che cresce, che si perfeziona ed è sempre più colto, è un calcio non intende più essere estraneo alla realtà comune, alla vita quotidiana. Con esempi come quello di Cassandro il calcio può essere riportato alla normalità, uno spettacolo sì, una parentesi felice, ma che abbia la capacità di riconoscere che i suoi protagonisti, sul manto erboso e sugli spalti, sono uomini, prima, durante e dopo il gioco.

CREDIT FOTO: US Catanzaro 1929

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