Il nuovo mister del Catanzaro

Dal 1° luglio 2016 non gioca più a pallone, sono poco più di otto anni. E proprio da questa data o giù di lì si è messo a fare l’allenatore di calcio. Adesso allena il Catanzaro, dopo aver preparato squadre come la Juve Stabia, il Perugia, il Benevento ed il Cosenza. È un allenatore emergente e giovane. Nella sua breve carriera conta già due promozioni dalla C alla B con le vespe stabiesi e con i grifoni umbri. Si è cimentato nella serie cadetta col Benevento e col Cosenza, collezionando due esoneri, immeritati a nostro modo di vedere e un 7° posto con gli Stregoni campani con 63 punti, a sole 6 lunghezze dalla seconda in classifica, la Cremonese, che poi è stata promossa direttamente in serie A, e perdendo (ma non sul campo) i play-off in semifinale contro il Pisa. Un curriculum quindi di tutto rispetto. E se andiamo ad analizzare le due stagioni in B dove è stato esonerato alla 6^ giornata col Benevento e alla 29^ col Cosenza, possiamo affermare che mai sollevamenti dall’incarico sono stati affrettati ed immeritati. Col Benevento nella stagione 2022/23, in 6 gare aveva collezionato 7 punti, frutto di 2 vittorie (con Frosinone in casa e Venezia fuori) 1 pareggio a reti bianche a Genova sponda rossoblù e 3 sconfitte (con Cosenza e Cagliari in casa e Brescia in trasferta). Col Cosenza invece gli sono stati fatali i due derby persi col Catanzaro. Perché per il resto il suo ruolino di marcia non era poi così male. In 29 gare aveva collezionato 34 punti frutto di 8 vittorie (equamente suddivise in casa e in trasferta) 10 pareggi e 11 sconfitte (6 in casa e 5 in trasferta). In quel momento era a soli 3 punti dai play-off con ancora 9 partite da disputare. Alla fine, il Cosenza chiuderà il torneo a 4 punti dalla soglia degli spareggi. Il subentrante Viali nelle rimanenti 9 gare ne perse 2, ne vinse 3 e ne pareggiò 4. Nessuno mai potrà dire cosa avrebbe potuto fare Caserta se fosse rimasto in sella sulla panchina dei lupi silani, ma nutriamo forti dubbi sul fatto che avesse potuto fare peggio. Comunque, tutto questo ragionamento, non lo facciamo perché adesso Fabio Caserta è l’allenatore dell’Unione Sportiva Catanzaro 1929, ma semplicemente per onestà intellettuale. Ecco oggi così va il calcio. Si è legati principalmente al risultato e si perdono di vista i concetti e le idee che hanno bisogno di tempo per la loro completa realizzazione, ma soprattutto di quell’appoggio morale che deve partire dalla società e dai tifosi. Cosa questa che, per la verità a Catanzaro ultimamente si è finalmente capita. Caserta quest’anno quindi allenerà il Catanzaro. La scelta fatta è di quelle coraggiose. Ma questa società ci ha abituati all’accettazione di determinate scelte che alcune volte possono essere considerate delle scommesse, ma che invece, riteniamo essere del tutto ponderate e il più delle volte sono state vincenti. Il trucco sta proprio qui. E’ la società che deve decidere. E’ la società che deve essere forte. Poi viene tutto il resto. Ci dobbiamo fidare, anche perché, sinora, questa proprietà si è sempre mossa bene e non ha sbagliato quasi nulla. E’ stata quasi sempre perfetta nell’ottenere quanto si era prefissata. In questa ottica dovremo offrire a questo mister e al gruppo che si creerà il nostro appoggio incondizionato. Così come si è sempre fatto, con quello spirito critico costruttivo che guai se non ci fosse, ma anche con la consapevolezza di non superare mai certi limiti. Avanti quindi, in attesa della fine del calciomercato, delle prime amichevoli, della prima uscita ufficiale in Coppa Italia Frecciarossa e delle prime gare ufficiali del campionato. Vedremo di che pasta potrà essere il nuovo Catanzaro. In ogni caso, sarà sempre il rettangolo verde il giudice supremo, ma le varie componenti, società, squadra, stampa e tifoseria, dovranno essere coese fino alla fine, per spingere questi ragazzi oltre i propri limiti. E allora, ancora una volta buona fortuna Catanzaro.